Perché a Marzo?
Quello che ho notato è che nei compiti precedenti c'erano equazioni e anche problemi: come mai?
Il motivo è che sostanzialmente mi ero riproposto di aiutare gli studenti a rispondere a queste domande: cosa sto facendo? e perché lo sto facendo?
Nel caso del compito in esame alla prima domanda la risposta è: sto imparando a trasformare espressioni letterali in altre equivalenti. E alla seconda: perché devo imparare a trasformare le equazioni in modo che l'incognita compaia una volta sola. E perché questo? Perché le equazioni in cui l'incognita compare una volta sola so risolverle tutte. E perché devo imparare a risolvere le equazioni? Per risolvere certi tipi di problemi.
Ecco perché nella successione temporale dei compiti trovo prima i problemi, poi le equazioni in cui l'incognita compare una volta, e poi il calcolo letterale.
Naturalmente questa è una versione semplificata di quanto è successo in classe, però lo spirito era questo. Nella pratica bisogna tenere a mente che all'istituto professionale arriva in genere un certo tipo di studenti, con grosse difficoltà pregresse in matematica e che le classi non rispondono tutte allo stesso modo. Per chi fosse interessato ad un racconto dettagliato di quanto successo ho rispolverato due documenti che si possono consultare nell'ultima pagina.
Nella prossima pagina illustro che cosa intendevo per verificare.